Ieri mattina, a poche ore dall’ultimo DPCM e nel pieno dell’emergenza determinata dal diffondersi dell’epidemia da Covid-19, una Direzione Regionale ha avvertito l’improcrastinabile necessità di disporre un “ridimensionamento del contingente numerico dei medici convenzionati”, rinviando ai Responsabili UOC/UOST il compito di valutare il numero di medici esterni adeguato al carico di lavoro dei Centri Medico Legali.
L’Anmi-Femepa stigmatizza tale iniziativa che risulta quanto meno inopportuna e inadeguata.
È davvero sconcertante apprendere che, dopo la sospensione delle attività dei CML disposta dal Direttore Generale fino al 3 aprile p.v., il primo provvedimento del territorio riduca il numero dei colleghi convenzionati, evidenziando tutta la loro precarietà.
Riteniamo che, nell’attuale situazione di emergenza del paese, sia necessario un atteggiamento del tutto diverso basato sulla solidarietà e il sostegno di coloro che, per le più diverse motivazioni, risultano più deboli.
Peraltro, le disposizioni impartite ai responsabili UOC/UOST non rispondono al rispetto dell’autonomia professionale dei Dirigenti Medici sancita dalla determina presidenziale n. 125/2017.
Questo spiacevole episodio dimostra tutta la precarietà di una figura professionale presente ormai da molti anni all’interno dell’Istituto, per la quale l’Anmi-Femepa auspica che venga al più presto definita la nuova convenzione che, a nostro avviso, dovrà prevedere maggiori tutele e maggiore stabilità.
Tuttavia, riteniamo indispensabile perseguire anche una stabilizzazione tramite l’indizione del concorso per Dirigente Medico di I livello che comporterà per i colleghi precari l’accesso al pubblico impiego con l’acquisizione delle specifiche tutele.
Roma, 11/03/2020
Il Segretario Nazionale Il Presidente
Giuseppe Fatigante Giuseppina D’Intino